Tutta la storia inizia ieri ma, prima di raccontarla, vorrei portare un paio di elementi in piu in grado di dare un idea piu precisa di quello che è successo.
Quando si inizia la trafila dei visti lavorativi, le aziende di solito si appoggiano a delle strutture, i Migration Agent, che altro non sono che delle figure giuridiche in mezzo tra chi nomina/viene nominato e il governo che deve vagliare la domanda. Tale persona segue per una prima fase direttamente solo l’azienda, che deve dimostrare di avere le carte in regola per presentare una nomina e poi lo sponsorizzato che deve dimostrare di avere tutti i requisiti necessari. Superato l’IELTS e finita con successo la fase di nomina dell’azienda, ad inizio ottobre, sono stato messo in contatto con questa persona, con cui ho inizato a dialogare per quanto riguardava le carte necessarie al visto (certificati, diplomi e balle varie). Dopo un paio di giorni e una trentina di email, mi ero fatto un idea non proprio idilliaca di tale persona, in quanto riscontravo nelle sue parole diverse incongruenze e cose che mi parevano alquanto strane, tipo di una persona alle “prime armi” che non ha chiaro quello che sta facendo; era tuttavia solo una impressione, purtroppo pero, come ho poi scoperto, non troppo lontana dalla realtà.
Come gia sappiamo il mio attuale visto, il working&holiday, mi avrebbe permesso di lavorare solo fino al 10 Novembre, data in cui avrei maturato con RDA 6 mesi di lavoro e quindi una delle prime domanda è stata: visto che mi stai domandando di portarti documenti risalenti a piu di 5 anni fa (tutto il mio passato lavorativo in pratica), è probabile che ci possa mettere un certo numero di giorni a far su tutto, cosa succede se passiamo la data del 10 novembre, visto che ormai siamo a meta ottobre e 3 settimane passano veloci? Risposta: non ti preoccupare perche tanto io la domanda la faccio prima del 10 anche se non hai tutti i documenti necessari e poi l’ufficiale del governo è obbligato ad aspettare tutta la documentazione. In questo periodo si entra in condizione di “bridge” (ponte) tra un visto e l’altro, e i termini del primo visto vengono congelati. Bene.
Ieri (15 Novembre), ero da un cliente e stavo iniziando un progetto, anche piuttosto grande, quando ricevetti una telefonata da Brian:
B: torna subito in ufficio che ti devo parlare, c’è qualche problema con il tuo visto.
Io: Brian qua sono in alto mare, non è che posso fermarmi di punto in bianco!
B: mi dispiace ma devi tornare per forza, e subito, ci parlo io con il cliente.
Immaginatevi un po cosa stavo pensando: sono stato tolto da un cliente di colpo, in mezzo ad un progetto abbastanza grosso, quando potevo tranquillamente finire quella fase al massimo in un paio d’ore. La faccenda doveva essere seria.
Siccome non bastava la balle notizia, pure gli elementi mi si mettevano contro: i 2 km circa che mi separavano dal mio ufficio, li feci a piedi in mezzo al diluvio universale quando, fino a pochi minuti prima, splendeva il sole e non c’era una nuvola. Salii in ufficio, Brian mi sembrava preoccupato:
B. : Nick mi ha chiamato l’immigration agent, devi smettere di lavorare immediatamente per RDA in quanto il visto è stato richiesto dopo la scadenza dei 6 mesi. In pratica è come se ti stessi licenziando.
Io : azz! ma come, non è vero! il visto è stato richiesto martedi scorso (il 9) per cui eravamo nei tempi giusti!
B: ci è stato detto che la domanda mancava di alcuni documenti e il tempo viene calcolato da quando tutta la documentazione viene presentata, il solo fatto di presentare la domanda non è sufficiente (ricordate ora cosa ha detto prima il mio agente invece? ecco). Prendi le tue cose e vai a casa, se la polizia fa un controllo e ti trova qua ti rimpatriano subito e noi prendiamo una multa da paura.
Io: oh che bello. E adesso?
B: adesso si aspetta la risposta al visto, ci possono volere da 1 ora a 1 mese, dipende da come gli gira all’officer. Nel frattempo, putroppo, con noi non puoi piu lavorare.
Presi il treno e me ne tornai a casa. A conti fatti, e parlando solo del visto, di fatto sarebbe cambiato poco, nel senso che gia sapevo che in caso di non accettazione della domanda, me ne sarei tornato a casa in ogni caso. Ma il fatto di mollare la tutto di colpo, con progetti aperti etc, a causa di uno stupido errore (non mio) mi faceva rabbia. In piu, considerando che gli australiani sono super bacchettoni e il rispetto delle regole loro lo sentono molto piu di noi, cosa avrebbe potuto pensare l’officer che gia sapeva che stavo lavorando e quindi violando la legge? Essendo sua l’ultima parola, anche una cattiva impressiove avrebbe potuto far pendere l’ago della bilancia per un no.
Da un minuto all’altro mi sono ritrovato disoccupato: un minuto prima tutto bello, il minuto dopo a casa.
Stamattina mi sono svegliato un po piu tardi e mi sono andato a fare un giro con gli altri coinquilini: la sensazione di essere appeso per un numero di giorni imprecisato ad una decisione, non mi andava tanto a genio, ma tant’è non avevo scelta. Arrivano le 4pm, mi stavo facendo una partitella al pc, quando mi chiama Brian:
B. : mi dispiace bro ma ho una brutta notizia per te…sai il tuo visto…
Io: cazzo (detto in italiano). cosa succede? è stato rifiutato?
B : ti tocchera lavorare con noi per almeno altri 4 anni! Prendi la tua roba e ti voglio in ufficio fra mezz’ora!
(erano le 4:30pm, di solito si finisce alle 5pm)
Io : ok arrivo!
B: ahahahahahaha ma no dai che scherzo ci si vede domani!
L’officer aveva chiamato il mio capo, dicendogli che, a fronte dell’avvenuta accettazione della domanda di sponsor, sarei potuto rientrare al lavoro normalmente.
Si chiude qui la fase uno della mia avventura australiana. Ora potro cominciare a fare qualche programmino a piu lungo termine, ma soprattutto riprendere in mano le bacchette e comprarmi una macchina.
Ci si vede a febbraio.
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